Ritardare il diabete di tipo 1, a breve nuova domanda di approvazione alla Fda per teplizumab
A seguito della riunione pre-BLA di tipo B con la Fda, la compagnia biotech statunitense Provention Bio ha annunciato l’intenzione di ripresentare la Biologics License Application (BLA) per il biologico teplizumab per ritardare l’insorgenza del diabete di tipo 1 clinico negli individui a rischio.
Scopo dell’incontro era discutere il feedback della Fda e ottenere un accordo sul pacchetto di dati di farmacologia clinica proposto da Provention, inclusi i dati e l’analisi del sottostudio di farmacocinetica/farmacodinamica effettuato per rispondere alle considerazioni sulla comparabilità della farmacocinetica contenute nella complete response letter (CRL) emessa dall’agenzia nel luglio 2021. Le osservazioni riguardavano un singolo studio ponte di farmacocinetica/farmacodinamica a basse dosi su volontari sani in cui teplizumab era stato confrontato con un altro farmaco, non riuscendo a dimostrare la comparabilità della farmacocinetica, che era l’endpoint primario.
Nei commenti della riunione preliminare, la Fda aveva infatti osservato che i dati presentati non supportavano adeguatamente la comparabilità della farmacocinetica perché i parametri primari previsti erano indicativi di una minore esposizione. Aveva pertanto richiesto di utilizzare la modellazione farmacocinetica per adeguare il regime di dosaggio di 14 giorni così che corrispondesse all’esposizione utilizzata nelle sperimentazioni cliniche precedenti. Ha inoltre richiesto di risolvere i problemi di qualità del prodotto rilevati durante l’ispezione di uno degli impianti di produzione. Su questa base l’agenzia ha acconsentito a una nuova presentazione della BLA.
Nella nuova domanda la farmaceutica proporrà un corso di terapia modificato di 14 giorni e le risposte ai chiarimenti richiesti riguardo a CRL’s Chemical, Manufacturing, and Controls (CMC) e qualità del prodotto, come concordato in una riunione di tipo A tenutasi nello scorso agosto dello scorso anno.
Provention prevede di essere in grado di ripresentare la domanda nel primo trimestre di quest’anno. Secondo le linee guida della Fda, quest’ultima ha poi 30 giorni di tempo per rivedere la nuova presentazione, stabilire se è completa e accettabile per la revisione e comunicare un termine ultimo per il verdetto di approvazione. Sulla base delle designazioni Breakthrough Therapy e Priority Review, la revisione dovrebbe essere completata entro 6 mesi dalla data di reinvio della BLA.
Teplizumab ha ritardato di due anni il diabete
Si stima che ogni anno venga diagnosticato il diabete di tipo 1 a 64mila persone e che 5 milioni statunitensi dovrebbero svilupparlo entro il 2050. Sebbene la malattia autoimmune sia associata alla diagnosi nei bambini e nei giovani adulti, può colpire persone di qualsiasi età. Potendo essere diagnosticato tramite gli esami del sangue molto prima dell’inizio dei sintomi, è un obiettivo per gli interventi precoci in grado di ritardarne la patogenesi.
Teplizumab è un anticorpo monoclonale anti-CD3 che modifica i linfociti T CD8+, cellule importanti per la difesa immunitaria contro i patogeni intracellulari ma che, nelle persone con diabete di tipo 1, distruggono erroneamente le cellule beta pancreatiche sane, che producono e secernono insulina. Il farmaco può essere utile per ridurre la perdita del funzionamento delle cellule beta, e quindi ritardare l’insorgenza della malattia.
Nel Teplizumab Prevention Study l’anticorpo ha ritardato l’insorgenza del diabete di tipo 1 di una mediana di almeno due anni nei bambini e negli adulti ad alto rischio presintomatici rispetto al placebo. Dei 76 partecipanti allo studio, 55 avevano meno di 18 anni e tutti avevano un parente con diabete di tipo 1. Tutti avevano due o più autoanticorpi per il diabete di tipo 1 e livelli di zucchero nel sangue anormali, condizioni che si ritiene che rappresentino un rischio vicino al 100% di ricevere una diagnosi clinica di diabete.
I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere per 14 giorni teplizumab o placebo e sono stati sottoposti regolarmente a test di tolleranza al glucosio fino al completamento dello studio o fino a quando non hanno sviluppato il diabete di tipo 1, a seconda di quale evento si verificasse per primo. Il 72% dei controlli ha sviluppato il diabete rispetto solo al 43% del gruppo teplizumab, con un tempo mediano per lo sviluppo della malattia clinica rispettivamente di poco più di 24 mesi contro 48 mesi.
da PHARMASTAR