Road map: Innovazione tecnologica e diabete. Incontri in 3 regioni
Il Covid ha messo in evidenza come il tema della gestione della cronicità sia fondamentale. Il diabete è un esempio di patologia cronica a gestione complessa: oltre 3,2 milioni di pazienti dichiarano di essere affetti in Italia, con un costo per il SSN stimato intorno ai 9 miliardi. Le nuove innovazioni tecnologiche hanno fornito strumenti che sono in grado di cambiare l’evoluzione e il controllo della malattia, non solo nel diabete di tipo 1, ma anche nei pazienti di tipo 2.
L’utilizzo delle nuove tecnologie ha dimostrato non solo un significativo miglioramento degli outcome clinici e della qualità di vita, ma anche importanti risparmi sui costi complessivi di gestione. In 3 regioni (Campania, Lombardia e Veneto) si è tenuta così la ‘Road map Innovazione tecnologica e diabete’ con esperti, istituzioni e associazioni pazienti, realizzati da Motore Sanità, con il contributo incondizionato di Abbott.
“L’innovazione tecnologica nel campo del diabete è stata straordinaria negli ultimi 30 anni, mettendo a disposizione nuovi farmaci anti-iperglicemici con differenti meccanismi d’azione e talora benefici clinici che prescindono dal controllo della glicemia, analoghi dell’insulina con profili farmacocinetici più fisiologici, glucometri più affidabili nelle misurazioni e dotati di funzioni accessorie preziose per una maggiore comprensione della situazione metabolica e per una guida più consapevole della terapia, sensori glicemici di uso più semplice, microinfusori più comodi per chi li indossa e più sofisticati nelle prestazioni, il tanto agognato pancreas artificiale in miniatura. Un ulteriore elemento di innovazione è la disponibilità di piattaforme su cui caricare dati clinici da parte dei pazienti perché questi siano visibili e condivisibili con il team curante. Tutto questo nella certezza che controllare meglio le glicemie si traduce in una prevenzione di complicanze che ancora oggi interessano centinaia di migliaia di italiani e che accorciano la vita di molti di loro in maniera rilevante. Un progresso tecnologico straordinario che si scontra con l’impossibilità attuale di offrire ad un più ampio numero di pazienti le più moderne opportunità di cura per la carenza di risorse umane specializzate di cui soffre il nostro sistema di cura.
I centri diabetologici dotati delle risorse umane necessarie (diabetologi, infermieri esperti di diabete, ecc.) non sono aumentati di pari passo con l’innovazione tecnologica. Gli specialisti che operano da soli o in piccoli gruppi non sono in grado di sfruttare tutto quello che è oggi disponibile. I medici di famiglia non possono e non potranno mai essere autonomi di fronte a tanta complessità. In non poche realtà, inoltre, esistono ostacoli di varia natura all’accesso all’innovazione. Viviamo quindi nell’era diabetologica delle occasioni mancate, delle privazioni e delle negazioni a molti pazienti di quanto di meglio oggi è disponibile”, ha spiegato il professor Enzo Bonora, Responsabile Servizio di Diabetologia, Azienda Ospedaliera di Verona.
“La tecnologia sta cambiando la prospettiva della gestione del diabete, garantendo un migliore controllo glicemico con una quantità potenzialmente infinita di patrimonio di dati. L’attuale pandemia Covid-19 sottolinea l’importanza del controllo remoto del glucosio, che può garantire il supporto del paziente ed evitare l’eredità del trattamento -afferma Paolo Fiorina, Responsabile Malattie Endocrine e Diabetologia ASST Fatebenefratelli Sacco, Milano- In particolare, il monitoraggio continuo del glucosio (CGM) con condivisione dei dati a distanza può migliorare notevolmente l’interazione tra gli operatori sanitari e le persone con diabete. Questa tecnologia ha definito un cambiamento radicale nella prospettiva del trattamento del diabete con migliori risultati clinici e una migliore qualità della vita. Allo stesso tempo, i nuovi dispositivi per la somministrazione di insulina stanno aggiungendo nuove possibilità per superare molte barriere terapeutiche. Le suddette innovazioni possono aiutare i pazienti diabetici a raggiungere nuovi obiettivi terapeutici e migliorare le loro aspettative di vita”.