Salute cardiovascolare, meno decessi assumendo più grassi da cereali e oli vegetali
Le persone con un apporto maggiore di grassi da fonti vegetali, soprattutto se provenienti da cereali e oli vegetali, hanno un rischio inferiore di decesso per cause cardiovascolari o di altro tipo rispetto a quanti assumono grassi principalmente da fonti animali come latticini e uova. Sono i risultati di uno studio osservazionale, pubblicati sulla rivista JAMA Internal Medicine.
«La dieta ha un impatto immenso sulla salute per via dell’esposizione quotidiana costante per tutta la vita» ha sottolineato il co-autore senior Demetrius Albanes, del National Cancer Institute di Bethesda, nel Maryland. «Sono importanti sia la quantità che la qualità degli alimenti, quindi questo studio è stata un’opportunità per valutare più da vicino come il legame tra mortalità e assunzione di grassi potrebbe variare a seconda della fonte alimentare».
Grassi importanti per il buon funzionamento dell’organismo
Anni di evidenze sostengono i benefici della dieta mediterranea, che enfatizza l’importanza di prediligere olio extravergine di oliva, pesce grasso, cereali integrali, frutta e verdura e noci. Ma la letteratura mostra anche che il modello alimentare non è l’unica strada per una migliore salute cardiovascolare. Infatti, i grassi alimentari sono fondamentali per mantenere il corpo in perfetta efficienza.
Questi macronutrienti critici non sono di per sé negativi. Svolgono ruoli importanti in varie funzioni biologiche, tra cui il carburante metabolico, il mantenimento della struttura della membrana cellulare, il trasporto e l’assorbimento di vitamine liposolubili, la regolazione della trasduzione del segnale e la modulazione dell’attività dei canali ionici, hanno scritto gli autori, aggiungendo che tuttavia i grassi alimentari non sono tutti uguali.
Mortalità inferiore con grassi provenienti da fonti vegetali specifiche
I ricercatori hanno selezionato i dati dal National Institutes of Health-AARP Diet and Health Study, uno studio prospettico di coorte che si è svolto dal 1995 al 2019, nel quale i partecipanti hanno riportato in un questionario i dettagli della loro dieta, comprese le fonti alimentari specifiche di grassi alimentari.
La presente analisi ha coinvolto oltre 400mila adulti di età compresa tra 50 e 71 anni al momento dell’arruolamento (età media 61,2 anni, 56,9% maschi). Nel corso degli 8,1 milioni di anni-persona di follow-up, sono deceduti un totale di 185.111 partecipanti, il 32% per cause cardiovascolari.
L’assunzione giornaliera media di grassi alimentari era pari a 24,7 g da fonti vegetali e 29,3 g da fonti animali. Gli individui che tendevano a mangiare più grassi vegetali avevano maggiori probabilità di avere il diabete, avevano un indice di massa corporea (BMI) più alto e avevano un introito maggiore di energia totale, fibre, alcol e frutta/verdura. Inoltre erano più inclini a riferire di avere una salute scarsa o discreta e di essere più attivi fisicamente, e meno propensi ad assumere integratori vitaminici.
Dopo un aggiustamento per le fonti alimentari rilevanti e i potenziali fattori confondenti, un maggiore apporto di grassi vegetali è stato associato a un rischio inferiore di decesso per tutte le cause e per causa cardiovascolare (P per il trend <0,001). La differenza era maggiore quando i grassi provenivano da cereali e oli vegetali (rispetto a noci e fagioli). Di contro un maggiore apporto di grassi animali totali e grassi provenienti specificamente da latticini e uova erano collegati a rischi di mortalità più elevati. Non sono state rilevate differenze significative correlate ai grassi derivanti dal consumo di carne rossa, carne bianca o pesce.
Nelle analisi dei sottogruppi, la relazione tra grassi animali e mortalità era particolarmente evidente per i maschi, le persone di età compresa tra 60 e 65 anni, quelle con BMI < 35 kg/m2 e quelle che consumavano da una a tre bevande alcoliche al giorno.
I ricercatori hanno anche calcolato che sostituire il 5% dell’energia ricavata da grassi animali con il 5% di energia proveniente da grassi vegetali, cereali o oli vegetali riduceva la mortalità complessiva di circa il 4-24% e la mortalità per malattie cardiovascolari del 5-30%.
I risultati hanno mostrato relazioni di lieve entità, anche se coerenti, spiegabili tenendo conto che innanzitutto l’assunzione totale di grassi alimentari è solo una componente del consumo alimentare giornaliero, quindi analizzare i rischi di mortalità specifici per fonti specifiche di assunzione di grassi alimentari è solo una porzione dell’impatto totale della dieta sulla salute, ha spiegato Albanes. Un altro fattore è legato ai questionari dietetici utilizzati in studi di coorte come questo, che devono essere esaustivi ma non devono richiedere troppo tempo per la compilazione, pertanto si potrebbero perdere alcune sfumature sugli alimenti consumati.
«Anche se altri studi di grandi dimensioni dovrebbero riconsiderare e potenzialmente replicare i nostri risultati specifici sulla riduzione della mortalità con un maggiore consumo di cereali e oli vegetali, questi risultati offrono approfondimenti dettagliati rilevanti per le linee guida dietetiche che potrebbero essere utili per migliorare la salute umana e i relativi risultati» hanno concluso gli autori.
Referenze
Zhao B et al. Plant and Animal Fat Intake and Overall and Cardiovascular Disease Mortality. JAMA Intern Med. 2024 Aug 12:e243799.
da PHARMASTAR