Serve monitoraggio lungo sugli effetti della dieta
Si tratta di uno ”studio-pilota importante, che conferma peraltro dei dati gia’ noti, ma che richiede un monitoraggio di lungo termine sui pazienti prima di dichiararne la effettiva guarigione”.
Cosi’ il diabetologo Massimo Massi Benedetti, della International Diabetes Federation, commenta lo studio dell’Universita’ di Newcastle secondo il quale una dieta rigida da 600 calorie giornaliere porterebbe alla guarigione dal diabete di tipo II, come provato su un campione di volontari.
”E’ stato gia’ provato da vari studi – spiega Massi Benedetti – che una notevole percentuale dei soggetti affetti da diabete di tipo 2 puo’ tornare a condizioni di salute normali grazie ad una riduzione del peso corporeo, che puo’ avvenire o per effetto di una maggiore attivita’ motoria o per effetto di una dieta e dunque di una riduzione delle calorie apportate giornalmente”. Lo studio in questione quindi, rileva l’esperto, ”e’ importante perche’ e’ una ricerca-pilota che conferma, nel breve termine, la validita’ di tale dato”. Tuttavia, precisa, ”prima di poter parlare di una effettiva guarigione dei pazienti, e’ necessario un monitoraggio, cioe’ un follow-up a lungo termine, ed e’ anche necessario verificare gli esiti della ricerca su un campione piu’ ampio di pazienti”. Il monitoraggio sul lungo periodo e’ infatti ”fondamentale – sottolinea Massi Benedetti – per comprendere se gli effetti della dieta rigida permangano nel tempo, o se altri elementi possano portare ad una ricomparsa del diabete di tipo 2. Per questa ragione – conclude – il follow-up deve durare alcuni anni”.
(ANSA).