Shock la campagna di A. Testa per Fondazione Diabete. Perché il diabete è tutt’altro che un fastidio
E la necessità è sensibilizzare tutti. Dunque non fingere che l’obiettivo sia far vivere una vita normale a questi malati (sia si tratti di diabete di tipo 1, colpisce soprattutto bambini e adolescenti ed è indipendente dallo stile di vita, che 2, quello dell’età adulta, dove cattiva alimentazione e obesità giocano un ruolo rilevante), bensì guarirli (ascolta l’intervista a Camillo Ricordi, direttore scientifico del Diabetes Research Institute di Miami, esperto mondiale delle nuove terapie del diabete mellito). Perché non è sogno, ma auspicabile realtà, seppur gli interessi delle farmaceutiche porterebbero la ricerca a dirottarsi altrove. Sono 300 milioni i pazienti nel mondo, con previsione di raddoppio nei prossimi venti anni, per un totale oggi di 210 miliardi di dollari spesi nei soli Usa. Con l’Italia a non essere da meno, ben il 10% della popolazione è a rischio e la percentuale è in crescita. In Lombardia sono diabetiche 400.000 persone, il 5% degli abitanti, spendendo in cure 1 miliardo di euro l’anno.
Ecco perché si applaude la nascita della Fondazione Italiana Diabete Onlus, i cui progetti di ricerca saranno capaci di attrarre lì investimenti mirati. Ed è l’iniziativa privata a poter fare la differenza, come dimostra il 30-40% del budget del Diabetes Research Institute di Miami che proviene da fondi privati.
Non a caso, l’augurio è che la campagna di sensibilizzazione possa trovare ampio spazio nei media. Tv, stampa e radio. Avendo osato dire la verità. Ossia: “Il diabete ruba i bambini. La Fondazione Italiana Diabete sta cercando una cura definitiva”.
Per l’agenzia Armando Testa hanno lavorato, sotto la direzione creativa esecutiva di Michele Mariani, l’art director Angelo Ratti e il copywriter Gian Armando Testa (ascoltalo al microfono di youmark). Il regista dello spot è Alberto Colombo, con Alessandro Pavoni direttore della fotografia. Produzione Interactive con il supporto di Karen Film. Per quanto riguarda la stampa, che sintetizza in due soggetti lo sviluppo dello spot, gli scatti sono di Winkler e Noah e la casa di produzione è Mandala.