Strisce autocontrollo diabete, la sentenza di Milano
In assenza di validi motivi non è possibile importare parallelamente un dispositivo medico modificato nel suo formato originario. Il Tribunale di Milano, sezione specializzata in materia d’impresa, ha emesso una sentenza sul tema dell’importazione parallela di dispositivi medici cosiddetti ‘riconfezionati’. Il giudice ha infatti accolto un’istanza presentata da Johnson & Johnson, titolare del marchio Onetouch*, che contraddistingue strisce reattive per l’autocontrollo domiciliare del diabete.
La sentenza ha accertato il comportamento illecito di due società che acquistavano all’estero strisce Onetouch in confezioni da 25 e da 100 per poi rivenderle in Italia, dopo averne ‘manipolato’ la confezione originaria, in confezioni da 50.
Il giudice ha quindi condannato le due società a interrompere questa pratica, a un risarcimento danni, nonché alla pubblicazione della sentenza su di un quotidiano nazionale, riferisce J&J in una nota.
La pronuncia del Tribunale di Milano è particolarmente importante perché riguarda dispositivi medici anziché prodotti farmaceutici, su cui si è già formata un’ampia giurisprudenza. E’ la prima volta, inoltre, che Johnson & Johnson cita in giudizio in Italia imprese che commercializzano dispositivi medici prodotti da società del gruppo, acquistati all’estero e sottoposti ad attività di riconfezionamento prima della loro immissione in commercio nel mercato italiano. J&J ritiene la sentenza particolarmente significativa nell’ottica della tutela dei propri diritti di marchio ma, soprattutto, della tutela del paziente che – senza esserne consapevole – acquistava dispositivi medici la cui confezione era stata manipolata prima della loro vendita alle farmacie.
di Margherita Lopes