Tante sono le strade seguite dai ricercatori per trovare una cura che sconfigga il diabete: quali le più’ promettenti?
moderatore |
Nato a Lamezia Terme, il Prof. Antonello Pileggi si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Pavia dove ha completato un dottorato di ricerca (PhD) e ha cominciato ad interessarsi di trapianti d’organo in modelli preclinici. Nel 1998 comincia un periodo di formazione nell’ambito dell’immunobiologia dei trapianti e partecipa al programma di trapianti cellulari (isole pancreatiche e midollo osseo) presso il Cell Transplant Center del Diabetes Research Isntitute dell’Università di Miami, diretto dal Prof. Camillo Ricordi. Dal 1998 al 2002 si è occupato di ricerca traslazionale sotto la guida del Prof. Luca Inverardi. Dal 2002 al 2009 è entrato a far parte del corpo accademico come Assistant Professor presso la Divisione di Trapianti Cellulari dell’Università di Miami. Dal 2009 è Professore Associato presso i dipartimenti di Chirurgia, Microbiologia/Immunologia, e Ingegneria Biomedica dell’Università di Miami. Ha partecipato a studi clinici e preclinici nell’ambito dei trapianti cellulari, immunobiologia dei trapianti, diabete autoimmune, cellule staminali, ingegneria genetica, biologia cellulare, bioingegneria. Ha all’attivo un centinaio di pubblicazioni scientifiche e contribuisce in qualità di revisore ed editore all’attività di peer-review di riviste scientifiche, congressi e numerose istituzioni internazionali.
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moderatore |
Questo è il professor Pileggi, che abbiamo già avuto il piacere e l’onore di avere con noi un anno e mezzo fa… |
Prof. Antonello Pileggi |
Ok, non ho più segreti… 😉 |
papuzzo |
Allora ci siamo quasi prof? |
giusbello |
Benissimo Prof. dritti al punto: ha qualcosa che possa alimentare le nostre speranze? |
malaika |
Grazie Prof. per la sua disponibilità. Allora qual è la situazione degli studi con le cellule staminali? |
Prof. Antonello Pileggi |
Temevo che qualcuno ponesse la domanda DIFFICILE, ma proprio all’inizio!!??? Cominciamo col dire che non è facile fare previsioni, ma che definitivamente ci sono dei progressi importanti su vari fronti. Da una parte, grazie a studi effettuati su campioni clinici, oltre che in modelli sperimentali, si sta capendo di più sulla fisiopatologia del diabete giovanile e nuove terapie promettenti in modelli sperimentali sono in fase di sperimentazione (o quasi) nella clinica sulle staminali ci sono sviluppi su due fronti… |
giusbello |
In che direzione Prof.? Cioè che tipo di approccio, rigenerativo rieducativo del S.I. preventivo? |
Prof. Antonello Pileggi |
Da una parte si sta cercando di sviluppare nuove cellule beta da cellule staminali embrionali. la sperimentazione preclinica sembra promettente e ci sono indizi che tra un annetto potrebbero cominciare trial clinici pilota; altri approcci stanno vagliando il potenziale rigenerativo ed immunomodulante di cellule staminali ottenute dal midollo osseo, dal cordone ombelicale o dal tessuto adiposo. Il potenziale terapeutico è notevole dal punto concettuale, e convalidato in modelli sperimentali abbastanza rilevanti. |
giusbello |
Quindi si seguono tutte le potenziali fonti di staminali cercando di specializzare l’effetto in base alla fonte della staminale? |
Prof. Antonello Pileggi |
Ci sono anche indicazioni promettenti in applicazioni cliniche in altre condizioni. |
enzo56 |
Scusate cosa è il tessuto adiposo? |
Prof. Antonello Pileggi |
Il tessuto adiposo è il grasso che contiene anche cellule di varia natura, tra cui cellule staminali |
edda |
Mi scusi Prof. Pileggi, ma il problema immunitario rimane comunque. |
Prof. Antonello Pileggi |
Sì, il potenziale vantaggio di alcune di queste cellule è l’abilità di modulare infiammazione e promuovere una risposta immunitaria ‘regolatoria’ invece che ‘attivata’; il che potrebbe favorire la remissione (probabilmente in concomitanza con trattamento immunosoppressivo transitorio) dell’autoimmunità, e favorire la rigenerazione beta cellulare. Però nell’uomo queste proprietà rigenerative devono ancora essere confermate. |
papuzzo |
Speriamo che tanti bimbi diabetici possano arrivare alla maggiore età senza diabete. FORZA PROF! |
malaika |
Ma con un c-peptide pari quasi a zero c’è possibilità di rigenerare qualcosa? |
Prof. Antonello Pileggi |
Come fa notare Malaika, questo tipo di intervento ha maggiori probabilità di successo in una fase precoce dopo l’insorgenza della malattia, anche se esistono dati interessanti che suggeriscono come un’alta percentuale di pazienti ritiene una certa funzionalità di base (c-peptide) e dati bioptici su pancreas di persone con diabete sembrano indicare che esistono aree che hanno perso completamente le isole, ed altre che ne ritengono alcune in buone condizioni (con beta cellule). il puzzle non è ancora stato risolto! |
donata |
Quindi tutto in fase di sperimentazione? |
edda |
Cosa vuol dire promuovere una risposta immunitaria ‘regolatoria’? |
Prof. Antonello Pileggi |
‘Regolatoria’ (scusate il pessimo italiano) nel senso che vengono favorite delle cellule in grado di ‘frenare’ l’autoimmunità invece di favorirla. |
giusbello |
E dopo l’eventuale rigenerazione, cosa dovrebbe impedire una nuova risposta autoimmune? Altre staminali? |
papuzzo |
Quindi chi è diabetico da 5 anni o più non ha più speranze? |
Prof. Antonello Pileggi |
Non è detto Papuzzo. Bisogna considerare che l’approccio terapeutico dovrà tenere conto del momento in cui si interviene |
chioggia |
Quindi questo può risultare positivo anche sui diabetici di lunga data. |
marya |
Quindi subito dopo l’esordio, la cura ha più probabilità di successo? |
Prof. Antonello Pileggi |
Nel periodo immediatamente successivo all’insorgenza il trattamento sarà diverso da quello da intraprendere anni dopo l’insorgenza se non c’è più c-peptide – in questo caso potrebbe essere utile combinare il trattamento immunomodulante con terapie cellulari per esempio trapianto combinato di isole (da donatore cadavere, xenotrapianto o da cellule beta ottenute da staminali) con cellule immunomodulanti che favoriscano anche l’attecchimento delle cellule beta. |
Prof. Antonello Pileggi |
Esistono anche approcci che si stanno valutando per intervenire prima dell’insorgenza in soggetti a rischio (presenza di autoanticorpi, predisposizione famigliare, ecc.) in cui si cerca di prevenire l’insorgenza prima che la perdita della massa beta-cellulare cominci a dare squilibri metabolici. |
barbara1972 |
Scusate non so se la domanda è inerente, ma come capire se una persona ha ancora riserva pancreatica? |
flexman |
In ambiente scientifico, che si dice del trial della prof.ssa Faustman? Ho letto opinioni diametralmente contrapposte a proposito. |
aliberto |
E come si fa a prevenire? |
chioggia |
Che tempi prevede? Sopporti la mia schiettezza, ho fatto la stessa domanda alla dott. Bruttomesso, che mi segue, per quanto riguarda il pancreas artificiale. |
Prof. Antonello Pileggi |
Avrete sentito dei nuovi trials (sperimentazione clinica) che si sta avviando con elminti non nocivi per cercare di stimolare il sistema immune in senso positivo – gli studi clinici preliminari in altre condizioni (per esempio malattie infiammatorie intestinali) sembrano promettenti e non hanno finora dato effetti collaterali (studi pilota), il che sembra promettere bene per la prevenzione del diabete tipo 1… |
marya |
Bella notizia, allora possiamo sperare!!! |
flexman |
Sì prof., i nuovi trials li ho letti e quest’anno sembra fecondo di ricerche tra vecchie e nuove: buon segno 🙂 |
edda |
Mi scusi prof., forse non ho capito bene… per quanto riguarda la risposta immunitaria bisogna intervenire comunque con immunosoppressori? |
giusbello |
Scusi prof., per la potenziale cancerogenicità delle staminali embrionali ci sono progressi? |
Prof. Antonello Pileggi |
Le staminali indotte a diventare qualcosa di differente in provetta hanno il rischio di generare tumori. (Giusbello) Ci sono diversi approcci che si stanno testando a livello sperimentale per prevenire la ‘contaminazione’ da parte di cellule non differenziate in maniera desiderata dal prodotto cellulare da trapiantare, e anche metodi di impianto in sistemi isolanti che dovrebbero prevenire la disseminazione cellulare nell’organismo permettendone l’espianto qualora qualcosa andasse male. Ricordiamoci che siamo ancora nella fase molto precoce di questa ricerca. |
barbara1972 |
Professore mi scusi, ma come si può vedere se una persona ha riserva pancreatica? |
chioggia |
barbara 1972, con il C-peptide. |
barbara1972 |
Al Meyer ci hanno detto che non serve. Hanno detto che mia figlia ha una buona riserva pancreatica perché fa poca insulina, il 13 gennaio ebbe l’esordio |
barbara1972 |
Scusate la domanda non inerente |
chioggia |
Cosa non serve? Il C peptide? Io ho fatto quello 12 anni fa, per vedere le riserve. |
Prof. Antonello Pileggi |
barbara 1972: ci sono studi metabolici che possono essere effettuati per valutare la riserva metabolica. |
papuzzo |
Quanti anni ha tua figlia? Scusa la domanda. |
barbara1972 |
10 anni. Esordio il 13 gennaio. Mi scusi Prof al Meyer non ci hanno detto nulla. Loro dicono solo che ha una buona riserva pancreatica e anche per quanto riguarda il test del mody ancora non ci hanno fatto sapere nulla. |
Prof. Antonello Pileggi |
La ‘riserva’ consiste nella misura del C-peptide basale e stimolato. |
malaika |
Insomma, se non sto capendo male, per chi è già diabetico da un po’ di tempo, non ci sono soluzioni in vista. |
Prof. Antonello Pileggi |
Malaika: per chi è diabetico da un po’ ci sono attualmente possibilità di trapianto di pancreas o di isole. Questi trapianti possono essere fatti con nuove terapie immunomodulanti e potenzialmente (attualmente in fase di valutazione) in combinazione con cellule immunomodulanti che possano favorire l’attecchimento e la funzionalità a lungo termine riducendo gli effetti collaterali dei farmaci antirigetto che non sono troppo specifici. |
malaika |
Ma avendo una bambina diabetica, credo che non sia una strada praticabile o no? |
flexman |
Per i trapianti si parla comunque di diabetici senza presenza di complicanze? |
giusbello |
Ma Prof. il trapianto non è una soluzione troppo estrema e problematica, (tanto che al momento è indicata nei casi limitatissimi che conosciamo)? |
Prof. Antonello Pileggi |
Si fanno anche in pazienti con insufficienza renale che richiedono il trapianto di rene (trapianto combinato o sequenziale rene – isole o rene – pancreas). |
giusbello |
Cosa dovrebbe allargare l’indicazione terapeutica del trapianto? |
papuzzo |
Prof. ma tutte queste sperimentazioni sono solo per persone maggiorenni e non per bambini? |
barbara1972 |
Quindi non conta se una persona fa poche unità di insulina giusto? |
Prof. Antonello Pileggi |
Se con poche unità di insulina si riesce a tenere un controllo metabolico senza severe ipoglicemie frequenti e progressione delle complicanze del diabete, conviene aspettare, poiché il trapianto richiede l’uso di farmaci antirigetto – per adesso da prendere cronicamente. |
barbara1972 |
Mia figlia fortunatamente non ha ipoglicemie le tremano le gambe già a 90. L’ultima glicata era 6. |
Prof. Antonello Pileggi |
Attualmente la sperimentazione clinica viene effettuata in bambini quando si interviene all’insorgenza o si cerca di prevenirne l’insorgenza (www.trialnet.org). Il trapianto di isole/pancreas viene attualmente effettuato in persone adulte. |
giusbello |
Appunto. |
Prof. Antonello Pileggi |
Il trapianto di isole/pancreas attualmente è considerato una procedura sperimentale e per questo viene offerto a persone adulte, perché’ ci sono ancora tante incognite ed ovvi rischi (con l’immunosoppressione aumentano i rischi di infezioni opportunistiche). |
donata |
Infatti è quello il problema! Gli immunosoppressori!!! No, non ce la potrei fare!!!! |
malaika |
La ringrazio per la chiarezza e l’onestà. La verità fa un po’ male, ma continueremo a combattere con le altre armi. |
Prof. Antonello Pileggi |
Trial di intervento su pazienti più giovani sono effettuati in varie istituzioni sul territorio nazionale. Sul sito di TrialNet ci sono alcuni contatti italiani. I trial clinici degli ultimi 30 anni hanno ciascuno portato nuovi miglioramenti, nei pazienti trapiantati di isole si vede un ottimo controllo metabolico senza la necessità di insulina o con dosi molto ridotte rispetto a prima del trapianto. |
giusbello |
Io le chiedevo cosa lo renderebbe un’alternativa più adoperabile: cioè cosa può garantire migliori successi, maggiore aspettativa di vita ecc. Perché altrimenti rimane un’alternativa riservata a casi estremi con seri problemi. Ci sono novità in tal senso? (Penso di aver capito di sì). |
Prof. Antonello Pileggi |
Ma parliamo di pazienti con diabete instabile e frequenti ipoglicemie: sono questi i pazienti ‘pionieri’ che ci stanno aiutando a migliorare il trattamento così da potere essere in grado di estendere l’indicazione a tutti i pazienti che richiedono un miglior controllo non ottenibile con insulina e microinfusore. |
nina |
Buonasera a tutti dottore, io mi chiedo se il trapianto comporta dei rischi e comunque devi continuare con i medicinali non vedo un aspettativa di vita migliore. |
donata |
Beh, ma per fare un trapianto solo per ridurre l’insulina non ha senso!!! o no? |
Prof. Antonello Pileggi |
Non è solo l’insulina che viene ridotta, sono gli episodi severi ipoglicemici che spariscono. |
lisanna |
Cosa si intende per frequenti ipo? |
papuzzo |
E dove viene effettuata questa sperimentazione? |
Prof. Antonello Pileggi |
Il trapianto di isole viene effettuato alI’IRCCS San Raffaele di Milano, all’Ospedale Niguarda di Milano e all’IsMeTT di Palermo. |
flexman |
A proposito di trial: ma in Italia per fare da ‘cavie’ ci sono ancora dei limiti vero, e per accedere ai trial i percorsi mi sembrano poco chiari. |
Prof. Antonello Pileggi |
I criteri di selezione per i trials sono molto severi per via di rischi inerenti alle procedure e farmaci antirigetto. |
ottimista |
Buonasera prof. io sarei una possibile candidata, anche con il sensore hanno visto che ho notevoli sbalzi, cosa posso fare? Con il micro non è migliorata di molto la cosa… |
chioggia |
Lei prima ha detto che se una persona con poche unità d’insulina riesce ad avere un buon compenso meglio lasciar perdere il trapianto. Io volevo sapere cosa intendeva con poche unità? Io ne faccio una trentina al giorno in media. Le considera poche o tante? |
Prof. Antonello Pileggi |
Mi riferivo a un commento precedente – 30 U non sono poche! – Ma se HbA1c è stabile nel range desiderato, non ci sono severe ipoglicemie e progressione delle complicanze la terapia medica rimane la prima scelta in questo momento. |
donata |
Cosa intende per ipo severe? |
Prof. Antonello Pileggi |
Ipo severe sono quelle che richiedono intervento di terzi o ospedalizzazione. |
sonique |
Quello che mi stupisce, a prescindere dalle varie ipotetiche cure, è la lentezza nel trovare una cura definitiva. Credo che sia per colpa degli stanziamenti destinati alla ricerca che sono sempre più esigui, e poi per vari interessi economici che girano intorno alla patologia. |
Prof. Antonello Pileggi |
Certo senza supporto i tempi non accelerano… purtroppo. |
sonique |
Purtroppo per noi caro prof. Pileggi!! |
flexman |
A mio avviso la raccolta fondi per il diabete è scarsa su scala generale. |
papuzzo |
Prof. vorrei portare mia figlia di 2 anni al Campus Biomedico a Roma. Vorrei inserirla in una fase sperimentale se c’è. Ha notizie? |
Prof. Antonello Pileggi |
Le consiglio di informarsi direttamente presso il Centro che lei ritiene più appropriato. Dipende dai criteri di selezione per i trial clinici al campus biomedico, alcuni Centri preferiscono pazienti più grandi. |
papuzzo |
Che speranze ha oggi una bimba diabetica di 2 anni? |
Prof Antonello Pileggi |
Con i miglioramenti nella gestione del diabete degli ultimi 20 anni, le prospettive sono buone. |
barbara1972 |
Mi scusi professore. Si calcola una unità di insulina per kg di peso? |
Prof. Antonello Pileggi |
Dipende dal contesto… |
francesco20 |
Mi scusi prof. Pileggi, ci sarà la possibilità di sottoporsi a dei trials per coloro i quali hanno meno di 3/5 anni dall’esordio, mi potrebbe dire qualcosa in più? |
Alceck |
Professore un quesito: per quanto riguarda il trapianto di isole, allo stato attuale quanto dura in media l’insulinoindipendenza, considerando anche più infusioni? Mi piacerebbe conoscere gli ultimi dati… ho letto che lo scenario è migliorato moltissimo nell’arco degli ultimi 10 anni! Grazie in anticipo! |
Prof. Antonello Pileggi |
In passato si effettuavano trapianti sequenziali fino ad ottenere insulinoindipendenza (protocollo di Edmonton e variazioni sul tema successive). Si è visto che dopo il trapianto, anche se ‘subottimale’ e non in grado di eliminare completamente l’uso di insulina i benefici erano comunque importanti (parliamo della popolazione con frequenti ipo severe!) Adesso, grazie alle nuove metodiche di isolamento di isole ed all’uso di farmaci antirigetto diversi si riesce ad ottenere insulinoindipendenza più frequentemente con un unico trapianto. Ma rimangono ancora tanti problemi nel reperire organi ottimali per la procedura. |
DANIELELP83 |
In merito al “probiotico «blocca» diabete”: com’è possibile che le cellule del pancreas potrebbero ricominciare a produrre insulina? |
Prof. Antonello Pileggi |
A livello ipotetico, se esiste una riserva beta cellulare in grado di adeguarsi al fabbisogno metabolico si potrebbe dire di sì. |
flexman |
Prof. Pilleggi lei è veramente un gran bella e brava persona, siccome è la prima volta che la seguo in chat e so quanto vale, spero non sia anche l’ultima 🙂 ovvero la grande Daniela organizzi altre occasioni di chat con Lei perché leggerla e seguirla è per me, per noi tutti, un grande piacere e accrescimento culturale-scientifico. |
DANIELELP83 |
Allora le nostre beta cellule possono anche solamente essere in letargo adesso. |
Prof. Antonello Pileggi |
Potrebbe essere così per una frazione delle isole, che potrebbero recuperare funzionalità se la causa del ‘letargo’, cioè l’infiammazione, fosse eliminata/attenuata. |
giusbello |
Prof. lei che segue le sperimentazioni, vuol dare il consiglio a qualche genitore troppo ansioso di proporre il figlio, di stare un po’ calmo? Forse qualcuno non ha chiaro cosa voglia dire essere l’oggetto di una sperimentazione. |
Prof. Antonello Pileggi |
Direi di valutare con molta attenzione quello che la ricerca propone. I progressi stanno avvenendo molto più rapidamente che in passato, il che deve essere motivo di cauto ottimismo. |
giusbello |
Certo, parole sagge e ben misurate. |
donata |
Ma noi SIAMO ottimisti prof. ma… non è facile!!! |
gerlando |
Giusbello, rispettiamo lo stato d’animo degli altri genitori (magari di bimbi all’esordio); certo un bambino, allo stato attuale, non può e non deve essere una cavia; almeno è il mio pensiero. |
Prof. Antonello Pileggi |
La sperimentazione rappresenta la fase di valutazione di terapie non comprovate per il trattamento di una condizione – la sperimentazione fatta in istituzioni con credibilità utilizza strumenti scientifici mirati a fare chiarezza sull’efficacia e sicurezza per il paziente di nuove terapie che potranno diventare, in futuro, il trattamento standard per una condizione medica. |
lisanna |
Ripongo tutte le speranze in ricercatori come lei. |
flexman |
L’ottimismo è la forza della volontà l’energia per guardare avanti con 1 un anno o 50 anni di diabete non importa e il prof. Pileggi ha detto una cosa importante: oggi le ricerche stanno facendo passi avanti più di ieri e si vede dalla lettura delle riviste specialistiche credo. |
Prof. Antonello Pileggi |
Alla sperimentazione clinica si arriva comunque dopo un serio lavoro preclinico che sembra promettente, e spesso utilizzando reagenti che hanno un comprovato uso con noti effetti collaterali in soggetti sani o con altre condizioni. Quindi, la sperimentazione può portare ad un miglioramento della condizione, non avere nessun effetto o essere associata ad effetti collaterali. |
giusbello |
Ehehe, se tutto funzionasse al primo colpo… forse saremmo topi (ricordo sempre quello che disse qualcuno qui presente) sui topi funziona tutto o quasi… |
moderatore |
🙂 |
Prof. Antonello Pileggi |
i topi sono uno strumento importante. Ma non sempre quello che funziona sui topi funziona nell’uomo. I progressi della ricerca sono notevoli, nonostante emotivamente vorremmo una soluzione subito. a volte la ricerca fa dei salti in avanti in maniera inaspettata accorciando i tempi… |
giusbello |
Certo.. è il famoso miracolo di cui tutti aspettiamo l’annuncio. |
Prof. Antonello Pileggi |
Purtroppo non è possibile (e non è etico) fare sperimentazioni ‘pirata’ senza una base di partenza: i rischi per i pazienti devono essere considerati sempre. |
moderatore |
Prof, c’è qualche studio un po’ più promettente degli altri? O quello in cui lei crede di più? |
giusbello |
Quello che le farà vincere il Nobel… |
Alceck |
In un futuro prossimo quale pensa sia la strada più promettente verso l’eliminazione degli immunosoppressori aka cura definitiva? Leggiamo che si stanno sperimentando tante opzioni (il che è estremamente positivo!) anche se molto diverse tra loro come vaccini, nanotecnologie, staminali, incapsulazioni… secondo lei qual è quella più fattibile in tempi brevi? |
Prof. Antonello Pileggi |
Io sono solamente un ricercatore di buona volontà! |
moderatore |
Gran buona volontà! |
giusbello |
E io interessatamente le auguro di vincere il Nobel. |
Prof. Antonello Pileggi |
Ci sono varie linee che stiamo seguendo che affrontano diventi problemi ma che possono essere integrati una volta dimostrata l’efficacia. |
giusbello |
A Stoccolma glielo porto io sulle spalle. |
Prof. Antonello Pileggi |
😉 |
marya |
Grande Prof. Pileggi! |
giusbello |
🙂 |
donata |
Certo prof. e le siamo tutti grati!!! grazie e speriamo che anche io ne possa usufruire del miracolo!!! :-(((( |
giusbello |
O tutti o nessuno: qui siamo una famiglia!!! Gira quelle parentesi! |
donata |
È ovvio Giusbello solo che io sono vecchietta!!! :-))) quindi prima che venga fuori… |
lisanna |
Avere speranza per noi adulti e soprattutto per i più piccoli è una grande carica d’energia. |
Prof. Antonello Pileggi |
Sulla prevenzione, i probiotici stanno guadagnando terreno. Sul fronte del trapianto di isole da donatore cadavere, che probabilmente in un futuro sarà soppiantato dal trapianto di cellule xenogeniche (maiale?) o staminali, abbiamo un team di ricercatori al DRI che sta incentrando le forze sulla modificazione del sito del trapianto mediante ingegneria tissutale e modulazione locale dell’immunità. |
giusbello |
Prof i vantaggi dell’origine animale? |
Prof. Antonello Pileggi |
Le cellule animali sono interessanti. L’insulina di maiale è praticamente simile a quella umana (un solo aminoacido di differenza), ma la barriera immunologica e’ problematica. Negli ultimi anni ci sono stati degli sviluppi importanti nella modificazione genetica dei maiali che potrebbero rendere alcuni ceppi molto più trapiantabili quasi come cellule da donatore umano utilizzando terapie tollerabili. |
giusbello |
Infatti lei parlava di xeno cellule che dovrebbero soppiantare le cellule da donatore cadavere: ma non è più difficile? |
Prof. Antonello Pileggi |
Per trapianto cellulare, non credo che per organo solido vascolarizzato l’applicazione clinica sia così vicina come per le isole. Il rigetto a tessuti xeno è più robusto, ma i maiali modificati geneticamente potrebbero favorirne l’utilizzo. |
moderatore |
Prof, sentivo che ci sono studi per poter eseguire i trapianti senza immuno (chimerismo, forse?) |
Prof. Antonello Pileggi |
Sul fronte dell’immunità stiamo cercando nuove combinazioni di terapia immunomodulante combinata con cellule immunitarie che possano regolare/frenare autoimmunità e favorire la tolleranza. Sono molto promettenti studi sul trapianto di organo solido effettuati presso le università di Harvard e Stanford in passato ed un nuovo protocollo recentemente sviluppato dall’università del Kentucky che potrebbero essere applicate al trapianto di isole e/o pancreas. |
moderatore |
Se ‘funzionasse’ potrebbe essere applicata anche ai già trapiantati? O solo ai neotrapiantati? |
Prof. Antonello Pileggi |
Neotrapiantati probabilmente, all’inizio almeno. |
moderatore |
E questo genere di nuove terapie immunomodulanti ridurrebbero (eliminerebbero?) anche le possibili recidive dell’autoimmunità? |
Prof. Antonello Pileggi |
l’induzione di chimerismo col trapianto di cellule staminali del midollo osseo, come nel caso del protocollo del Kentucky, è stato associato in risoluzione di malattie autoimmuni, quindi potrebbe essere il caso nella terapia del diabete con ripristino della funzionalità beta cellulare mediante trapianto di isole |
moderatore |
bello… |
giusbello |
acc. interessante |
edda |
Dello studio di Fase III su reparixin ci sono novità? |
Prof. Antonello Pileggi |
Il prof. Piemonti ha guidato gli studi con Reparixin, che hanno dato dei risultati molto promettenti. Credo stia ora coordinando uno studio multicentrico. |
moderatore |
prof, s’è fatto tardi, se devi tornare al lavoro…. |
giusbello |
Il prof. è a Miami? |
moderatore |
sì |
Prof. Antonello Pileggi |
È stata una chat intensa e molto interattiva. Complimenti a tutti i questi incalzanti e molto pertinenti. Spero di essere riuscito a fornire uno spaccato obiettivo sui progressi della ricerca |
moderatore |
Non so come ringraziare il prof. Pileggi che ci ha dedicato 2 ore del suo tempo! |
Prof. Antonello Pileggi |
per me è stato un vero piacere |
moderatore |
Molto chiaro ed esaustivo: come sempre! Grazie veramente! |
giusbello |
Grazie davvero Prof, il problema è che ogni cosa che dice meriterebbe ore di approfondimenti… grazie. |
donata |
Grazie mille Prof. le auguro buone feste e siamo tutti speranzosi del vostro lavoro!!! Buonanotte e ci saluti Miami!!! |
DANIELELP83 |
Grazie tante prof. e buone feste. |
Prof. Antonello Pileggi |
Buone Feste e Felice Anno Nuovo a tutti voi. |
moderatore |
Da tutta la famiglia de Le Chat, di Portale Diabete e da me, sinceri auguri di buone feste a te e famiglia! |
flexman |
GRAZIE PROF: AUGURI!!! |
gerlando |
Posso permettermi di suggerire come regalo di natale il libro del prof. Ricordi “La fine del diabete”; ne ho comprato diverse copie ed è un regalo che volentieri farò ad alcuni cari amici; è un suggerimento che si può fare in chat? |
moderatore |
Gerlando, ormai l’hai fatto! 🙂 |
gerlando |
Un grazie da parte di tutti con l’augurio che prima o poi (speriamo prima possibile) possa arrivare “la fine del diabete”. |
francesco20 |
Auguri a tutti. |
moderatore |
E anche a tutti voi!!! Auguri! Auguri! Auguri! Che il 2013 ci porti novità! |
Prof. Antonello Pileggi |
Stiamo lavorando alacremente e ‘masochisticamente’ per realizzare questo obbiettivo comune! |