Trapianti. Formigoni: “Uno su quattro si fa in Lombardia”
In Italia un trapianto su 4 si fa in Lombardia. Lo ha detto ieri a Milano il governatore Roberto Formigoni, intervenuto in Regione a un convegno organizzato per celebrare i primi 40 anni di attivita’ del Nord Italia Transplant (Nitp), la rete che serve oltre la Lombardia il Friuli Venezia Giulia, la Liguria, le Marche, il Veneto e Trento. Dal 1972, ha ricordato il presidente, sono quasi 16 mila le persone trapiantate negli ospedali lombardi, più della metà di tutti quelli operati all’interno del Nitp; sono stati oltre 4.600 i donatori utilizzati nelle strutture regionali, mentre i pazienti in lista d’attesa sono quasi 2 mila. Per la precisione 1.965: 1.359 aspettano un rene nuovo, 248 il cuore, 169 il fegato, 89 il pancreas, 98 un polmone e 2 l’intestino.
Al programma Nitp partecipano 129 unità che procurano donatori e numerose unità di trapianto: 21 in Lombardia, 10 in Veneto, 2 in Liguria, 3 in Friuli Venezia Giulia, 2 nelle Marche, 6 coordinamenti regionali/provinciali, un Centro interregionale di riferimento (Cir). Completano il quadro 10 banche regionali dei tessuti. “L’impegno del nostro Governo regionale è ingente – ha sottolineato Formigoni – da tempo abbiamo posto un’attenzione particolare a questo settore, sviluppando una vasta rete”. Inoltre, all’attività operativa “abbiamo affiancato la promozione della formazione e l’aggiornamento degli operatori, favorendo in generale la diffusione della cultura della donazione”.
“Regione Lombardia crede molto in questa organizzazione – ha assicurato l’assessore alla Sanità, Mario Melazzini – tanto e’ vero che, nella delibera dello scorso 6 agosto relativa all’ottimizzazione dei percorsi di rete, abbiamo inserito anche la rete dei trapianti”. Dopo avere ringraziato le associazioni di volontariato “che sono catalizzatori di energie e proposte verso le istituzioni” e “continuano a dare speranze di cura alle persone”, l’assessore ha evidenziato come, accanto all’impegno sull’organizzazione del servizio, “uno stimolo in più vada indirizzato alle iniziative di informazione ed educazione per sensibilizzare alla donazione. Questo infatti significa promuovere una vera cultura della vita”.