Troppi falsi miti su diabete, giovani devono fare sport
Chi ha il diabete non può fare sport. E’ questo uno dei luoghi comuni che i medici riuniti a Roma in occasione dell’incontro ‘Leggi in Salute’ hanno voluto sfatare. Anzi, “il giovane con diabete deve fare sport: è parte della terapia”.
Ad affermarlo è Massimo Massi Benedetti, insieme a Renato Giordano autore del libro ‘Scacco al diabete’, presentato durante l’iniziativa promossa da Sanofi, con il patrocinio del Senato della Repubblica e della Presidenza del consiglio dei ministri. Nel corso dell’incontro è stato ricordato che nel mondo 1 persona su 12 soffre di questa patologia.
“L’ignoranza intorno alla malattia è ancora tanta – aggiungono i due coautori del libro – e non c’è la dovuta attenzione sull’importanza dell’attività fisica. Ricordiamo che per fare movimento non serve necessariamente andare in palestra, basta parcheggiare la macchina a un chilometro di distanza dall’ufficio.
Anche sul cibo ci sarebbero molti miti da sfatare, a partire dagli alimenti ‘vietati’ per i diabetici. Non è vero, a chi soffre di questa patologia non è vietato nulla. portante è sapere cosa si mangia e in quale quantità si può farlo.
Con il nostro libro raccontiamo storie e diamo consigli pratici per aiutare il malato a conoscere e dunque ad affrontare meglio il diabete”. Al centro della serata, la testimonianza di Andrea Pirovano, giovane atleta con diabete del Team Type 1, team internazionale di ciclisti professionisti con diabete e non, che dal 2004 porta in tutto il mondo un messaggio di speranza per chiunque si trovi ad affrontare questa patologia. “Non mi sento malato – dice Pirovano – anzi, il mio corpo è sempre sotto controllo e io ho imparato a conoscere perfettamente il mio metabolismo; questa per me è una forza”.
“Sanofi vuole mettersi al servizio dei professionisti della salute – afferma Arturo Zanni, amministratore delegato di Sanofi Italia – per aiutare le persone con diabete a raggiungere i migliori risultati nel breve e nel lungo periodo, perché vadano oltre la malattia e possano vivere al meglio la loro esistenza quotidiana”.
di Sabrina Valletta