Tutti i vantaggi per chi preferisce il riso integrale

Anche quando si tratta di riso, integrale è meglio. Una conferma giunge da una revisione di studi appena pubblicata dalBritish Medical Journal: ricercatori della Harvard School of Public Health di Boston (USA) hanno riesaminato i dati provenienti da quattro ricerche e relativi a più di 350 mila persone abitanti in Cina, Giappone, USA e Australia, che sono state seguite per 4-22 anni. Il consumo di riso bianco è risultato associato con il rischio di diabete di tipo 2 soprattutto fra gli asiatici (i cui consumi sono molto più elevati). In particolare, sul totale della popolazione studiata si è stimato che il rischio aumenta del 10% per ogni porzione in più al giorno di riso bianco.

Le ipotesi dei ricercatori riguardano l’indice glicemico (l’impatto sulla glicemia) che risulta più elevato per il riso bianco rispetto a quello integrale, e il minor contenuto nel riso bianco di alcune sostanze, soprattutto fibra solubile e magnesio, che in alcuni studi sono stati associati con un ridotto rischio di diabete. «Dal punto di vista nutrizionale il riso integrale è preferibile a quello bianco — commenta Mariangela Rondanelli, docente all’Università di Pavia di Scienze e tecniche dietetiche applicate — . Anche il parboiled risulta più vantaggioso, perché il trattamento termico cui viene sottoposto fa migrare all’interno del chicco una parte dei minerali e delle vitamine contenute negli involucri più esterni prima che questi siano rimossi. Non tutti i risi bianchi, però, hanno lo stesso indice glicemico: il Carnaroli o il Vialone nano, che hanno un elevato contenuto di amilosio (una delle due forme in cui è presente l’amido, e che viene digerito più lentamente rispetto all’altra, l’amilopectina), hanno un indice glicemico più basso rispetto a tipi di riso che contengono meno amilosio, come il Roma o l’Arborio. Anche la cottura al dente mantiene più basso l’indice glicemico».

Quindi come regolarsi? «I prodotti integrali, non solo il riso, vanno sempre preferiti — dice Gabriele Riccardi, presidente della Società italiana di diabetologia —. Tuttavia, se il consumo di pane o riso bianco è contenuto, non avrà un impatto rilevante sul rischio di diabete. In ogni caso, è utile ricordare che l’aumento della glicemia indotto dal riso bianco o da altri alimenti ad alto indice glicemico, come patate o pane, viene mitigato se sono consumati insieme a cibi ricchi in fibre, come legumi o verdura. La scelta migliore per ridurre il rischio di diabete: combinare verdura o legumi con alimenti integrali».

di Carla Favaro

 

da Corriere della Sera Nutrizione