Un bambino su 3 è in sovrappeso: in Italia è allarme baby-obesità
Allarme ‘bilancia’ per oltre il 30% dei baby-italiani tra 7 e 11 anni. Il 20% dei piccoli di questa età è sovrappeso e il 10% è obeso, con punte massime al Sud del Paese complice anche l”abuso’ di carboidrati. Un’emergenza con numeri quasi quadruplicati in 30 anni, che vede lo Stivale primo con Spagna e Grecia nella classifica delle nazioni dell’Europa occidentale a più alto tasso di bimbi ‘extralarge’. E che rischia di trasformare le nuove generazioni in eserciti di malati: ipertesi, cardiopatici, diabetici, ‘soffocatì dall’asma e ‘piegati’ da problemi ortopedici, con un’aspettativa di vita per la prima volta inferiore a quella dei loro padri. Per chiamare a raccolta comunità medica, mondo della scuola, famiglie, società civile e istituzioni, invitandole a un’alleanza ad hoc, la Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica (Siedp) lancia il 27 ottobre la prima ‘Giornata nazionale dell’obesità infantile’. “Sabato prossimo, in una città per ogni regione italiana – spiega Renata Lorini, neopresidente Siedp, annunciando l’iniziativa oggi a Milano – i coordinatori regionali Siedp organizzano una riunione sul tema ‘Obesità infantile: l’epidemia del III millennio’. Stessi argomenti in agenda e stessa scaletta”, dall’analisi di epidemiologia e costi dell’obesità in Italia al punto sulla situazione regionale e sull’organizzazione dell’assistenza e della prevenzione. L’occasione servirà anche a presentare il primo di una serie di video educativi rivolti a genitori e insegnanti, scaricabile anche dai siti www.siedp.it e www.ambulatorio.com. E sempre come azione concreta a vantaggio di mamme e papà, sul portale Siedp le famiglie troveranno a portata di clic l’elenco dei centri pubblici garantiti dalla società e potranno confrontarsi via e-mail con gli esperti. “Da un’indagine condotta 30 anni fa nelle scuole elementari di Bologna, risultava in sovrappeso il 6% dei bimbi – riferisce Alessandro Cicognani, past president della Siedp – Oggi siamo arrivati al 22%, praticamente 4 volte in più”. E il trend vale in generale per tutto il Belpaese, assicurano gli esperti. Preoccupati soprattutto perché “un bimbo obeso a 10 anni ha una probabilità dell’80% di diventare un adulto obeso e malato”, aggiunge l’ex numero uno Siedp. Non solo. Ma quali sono le spie del rischio? “Il primo campanello d’allarme è la pancia – sottolinea il Emanuele Miraglia Del Giudice, coordinatore del gruppo di studio Siedp sull’obesità – Se il piccolo è ‘panciuto’, infatti, il pericolo di ipertensione, diabete e fegato grasso è molto più alto che per i coetanei con natiche, fianchi e cosce ‘formosi'”. E insieme al girovita, occhio anche a eventuali chiazze scure su collo, ascelle e inguine: “Segni anticipatori di iperinsulinismo cronico e alterazioni pre-diabetiche“, dice il medico. Lo specialista ricorda che “l’obesità è legata per il 40-50% a fattori ambientali, stili di vita in cima alla lista, e per il restante 50-60% a fattori genetici. La recente individuazione del gene Fto (Fat mass and obesity associated), che da solo sembra contribuire al 30-40% della predisposizione all’obesità nei bambini, apre allo sviluppo di test predittivi del rischio”. Ma nel frattempo la parola d’ordine è prevenzione a 360 gradi, avverte.
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