Un pancreas bio-ingegnerizzato
La produzione di un pancreas bioartificiale ha costituito l’oggetto dello studio BARP+. Il prototipo ha dimostrato un’incoraggiante funzione pre-clinica nei test su animali con diabete, dando speranza alle persone affette da diabete cronico.
In tutto il mondo quasi 80 milioni di persone sono affette da diabete di tipo 1, ovvero il disturbo da insufficienza di insulina che determina un aumento dei livelli di glucosio nel sangue. Il trattamento standard prevede iniezioni giornaliere di insulina che, tuttavia, non riescono a riprodurre la secrezione fisiologica essenziale per mantenere l’equilibrio glicemico.
Puntando a risolvere questo problema, il progetto BARP+ (“Development of a bioartificial pancreas for type I diabetes therapy”) finanziato dall’UE ha effettuato ricerche finalizzate a sviluppare un nuovo prototipo di un pancreas bioartificiale idoneo per l’incapsulamento di tessuto secernente insulina e per l’impianto nei pazienti.
Nella prima fase, i partner di progetto hanno formulato un protocollo per assemblare cellule in pseudo-isole pancreatiche in vitro in una camera appositamente progettata. Tali pseudo-isole che secernono insulina evidenziavano caratteristiche funzionali superiori rispetto alle singole cellule e sono state inserite in un dispositivo pancreatico bioartificiale.
La funzione delle isole nel dispositivo BARP+ è stata testata in vivo e gli animali impiantati hanno mantenuto livelli fisiologici del glucosio nel sangue fino a tre giorni dall’impianto. Tuttavia, dopo alcuni giorni, le isole risultavano danneggiate, segnalando la necessità di materiali migliori per supportare l’incapsulamento nel dispositivo.
Si è quindi proceduto a una serie di esperimenti per creare un ambiente ottimale per l’incapsulamento delle isole. L’impiego di fluorocarburi ha migliorato l’affidabilità della cellula isola impedendo l’aggregazione delle cellule. Inoltre, l’ottimizzazione della permeabilità della membrana del dispositivo e dei materiali della struttura, oltre alla costruzione di membrane pluristrato hanno determinato la costruzione di molti prototipi.
Il dispositivo BARP+ (ancora da testare clinicamente) si è dimostrato un approccio promettente per fornire isole che secernono insulina in un ambiente di supporto incapsulato. Ha rivestito particolare importanza il fatto che l’immunoprotezione offerta alle isole impedisce il rigetto, che costituisce il più comune effetto collaterale dell’impianto di isole.
da CORDIS